venerdì 8 agosto 2008

SI E’ SPENTO IL SOLE

Non sono uno sportivo, se devo essere sincero non mi piace neanche guardarlo in televisione.

Quest'anno il tema delle Olimpiadi era sulla bocca di tutti.
Ci sono i problemi del Tibet, dei diritti umani calpestati nonché l'inquinamento insostenibile.
Nessun accenno allo sport.

Nella mia ignoranza riguardo i giochi, frutto anche della solita disinformazione alla quale cerco giornalmente di sottrarmi, ho deciso di assaporare l'arte elegante che sapevo mi avrebbero regalato i nostri cari amici pechinesi.

Un'incredibile escalation di frammenti di teatro, arte circense, musica, ripercorrendo la storia del paese.

Un turbinio di colori e luci.
Fiamme nella notte.

La notte.

Di giorno la cosa è ben diversa.

A Pechino si è spento il sole.
Le immagini dei giorno scorsi mostravano una città colpita da una nebbia perenne che impedisce ai raggi dell'astro di raggiungere direttamente la città.

La questione dell'inquinamento per me è marginale, almeno in questo frangente.

Nei suoi scritti, Le Corbusier nobilitava i semplici silos ad esempi di architettura, quest'ultima era descritta come il sapiente gioco dei volumi assemblati nella luce.

Ecco il mio stupore.

Uno stupore ignorante avulso dai fenomeni di geopolitica e dell'inquinamento planetario.

Mi colpiscono le immagini.

Se diventano offuscate, nebulose, opache, completamente senza contrasto, che cosa può colpire la nostra attenzione, cosa può toccare le nostre corde?

Silenzio.

Un'esistenza cieca e silenziosa, vissuta sotto una coperta di polveri sottili.

Si è spento il sole, chi l'ha spento?

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Ascoltando:
Vinicio Capossela, L'Indispensabile, 2003
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