domenica 28 aprile 2013

TEEN AGE RIOT

L'ho già scritto più volte sul blog, non credo nei singoli elementi, mi fido piuttosto dei sistemi e delle interazioni.
Gli individui da soli non valgono nulla, se non sono sostenuti una collettività che li legittima, da una rete, nella quale le connessioni sono esaltate e i singoli elementi azzerati.
La nostra cultura è invece profondamente intrisa di figure.
Sono duemila anni che ci nutriamo di persone, nomi, dinastie, date, eventi, icone, azioni individuali che rivoluzionano la storia.
La storia ci insegna che la fortuna della religione cristiana è stata quella di porre gli individui in primo piano, soprattutto uno.
E' stata una rivoluzione vera e propria che ha trasformato il politeismo, il culto degli astri e del sole in un culto dell'uomo, ponendo le basi dell’edonismo, salvo poi rimanere a bocca aperta per ogni alba, tramonto e raggio di sole che trafigge le nuvole.
Una delle più celebri rappresentazioni di dio.
I nostri ragionamenti sono così distorti da questa visione che cerchiamo sempre il colpevole, “Cherchez la femme”, “è stato il cameriere”.
Così, nel caso della crisi, gli Stati Uniti ci hanno fornito il nome di Madoff, per l'attentato alle torri gemelle c'era Bin Laden, poi per il resto Gheddafi, Saddam Hussein, Zio Michele, Berlusconi, Bersani, Napolitano, Letta.
Sempre nomi, abbiamo bisogno di nomi.
Nomi e facce.
Senza nomi e facce non capiamo nulla.
Mi ricorda un po' il racconto di un filosofo, il quale sosteneva che all'interno delle biografie degli artisti di Vasari ci fosse un modo di descrivere le città, il quale poi è stato utilizzato da esempio per tutte le guide, anche quelle contemporanee.
Come se, senza descrivere edifici, piazze, musei e altro non si potesse riuscire a capire una città.
A volte le città non sono costituite di questo, ma di flussi, d’insiemi di elementi, a volte molto complessi, che le definiscono, ecco perché l'urbanistica nel passato ha quasi sempre sbagliato.
Sbagliava perché analizzava elementi e non connessioni, sistemi, fasci nervosi che attraversano quartieri e vite.
La mia impressione è che ci sia sempre meno la capacità di leggere i sistemi rispetto a codici semplicistici fatti di due, massimo tre elementi.
Per esempio, l'ultimo guerriero sorto, dopo di quello che si batte contro la casta, la lega, i bungabunga e poi il vaticano; è il paladino della moneta unica sovrana, acerrimo nemico del nuovo ordine mondiale e Bilderberg, schierato contro i cattivoni della terra.
Questa donchisciottesca battaglia ha ben poco di comico, secondo molti analisti ci sono tutti gli elementi per dare ragione a chi sostiene che l'Europa sia un palese fallimento, che condurrà a una limitazione delle democrazie, una guerra senza armi.
Prima di cominciare queste battaglie contro questi individui, dovremmo considerare che tutti utilizziamo il denaro, tutti abbiamo un conto corrente, molti hanno acceso un mutuo, alcuni lavorano direttamente o indirettamente per istituti bancari, qualcuno ha qualche investimento e altri hanno almeno fatto una volta nella vita qualche giochetto in borsa, magari qualche euro, a volte glielo ha fatto la propria banca.
Soldi facili, un gioco sugli interessi, margini a breve termine, non era questo il sogno degli yuppies?
Ecco, credo che il sistema si alimenti di più tramite queste gocce che giornalmente portiamo al sistema, piuttosto che essere soffocato dagli anatemi postati su Facebook con il caps lock attivato, parole digitate sulle tastiere, indaffarati tra un sorso di caffé di Starbucks e un click per dire no alle stragi di delfini.
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Ascoltando:
Sonic Youth, Daydream Nation, 1988
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