Immagini e idee lasciate decantare, scritte di getto durante notti insonni.
Spunti di ascolto e riflessione.
Un calderone mediatico che utilizza il mio punto di vista.
Una medicina: condividere è guarire.
mercoledì 3 febbraio 2010
ANIMAL MAGIC
Il magnifico nord-est, in cui vivo, gode di numerosi e prestigiosi primati.
Uno tra i tanti, si riferisce alla concentrazione nel territorio di cartomanti e maghi.
Dove ci sono tanti soldi ci sono tanti avvoltoi.
Quando esplose la vicenda delle Marchi, seguii con estremo interesse il susseguirsi degli avvenimenti e dell’epilogo, che ebbero come attrice principale (guarda caso), proprio un’anziana signora veneta.
La magia è un mondo che mi ha sempre affascinato.
Penso che chi si rivolge a un mago, abbia decisamente bisogno di aiuto.
Non conoscevo invece i dati di questa economia, oscura anche dal punto di vista fiscale.
Undici milioni di italiani ogni anno fanno riferimento a veggenti, cartomanti e astrologi, con un giro di affari di sei miliardi di euro.
Praticamente quanto una finanziaria.
Questi introiti sono esenti tasse, in quanto l'evasione di questi ciarlatani è quasi totale.
La professione ha radici ataviche, ma da una veloce analisi dei dati, si può fare un identikit della vittima preferita dai veggenti odierni.
La preda tipo è una quarantacinquenne donna del nord, con un diploma di scuola media inferiore e irrimediabili problemi d’amore.
Viste le tariffe, se ne deduce che sia anche una persona facoltosa, o perlomeno che abbia deciso di investire parte dei suoi averi per poter risolvere le sue questioni di cuore.
Le sfumature del dolore sono infinite, così come le cure.
L'individualismo dilagante e la psicanalisi fai da te, hanno offerto il miraggio di diventare medici di se stessi.
Non sempre è possibile.
Così quando non si riesce più a trovare un appiglio, si estrae il libretto degli assegni e ci si rivolge a un estraneo, pagandolo per ascoltarci.
Più di trentamila italiani lo fanno ogni giorno.
Sono gli stessi italiani che ogni giorno attaccano la chiesa cattolica da tutti i fronti, come se l’indignazione ridesse loro la dignità, dopo anni di obbligato oscurantismo bigotto.
La consapevolezza a volte ti fa venire voglia di gridare, così come urla un bambino appena nato.
Personalmente non ho voglia di urlare cosa è successo nelle parrocchie statunitensi e irlandesi.
Non ho voglia di urlare gli errori della chiesa nei millenni.
Chi non ha voglia di ascoltare non ascolterebbe.
Chi non é pronto per le informazioni non capirebbe.
Mi verrebbe piuttosto da sussurrare a queste persone che, se hanno bisogno di aiuto, cerchino una persona che la sappia ascoltare.
Che questa persona sia un prete cattolico, un centro di ascolto o uno psicologo non è di mio interesse.
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Ascoltando
Peter Gabriel, Peter Gabriel (detto 2 o Scratch), 1978
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