Immagini e idee lasciate decantare, scritte di getto durante notti insonni.
Spunti di ascolto e riflessione.
Un calderone mediatico che utilizza il mio punto di vista.
Una medicina: condividere è guarire.
giovedì 7 gennaio 2010
TRANSMISSION
La quantità di informazioni alle quali accediamo ogni giorno è diventata insostenibile.
E’ sufficiente pensare alla somma di dati che ci giungono dalla rete, dalla televisione e dalla radio, per poter esplodere in un giorno solo.
A breve, una delle qualità maggiormente richieste nel mondo del lavoro e nella vita sociale sarà la cosiddetta “infotention”, cioè la capacità di filtrare le informazioni che ci servono, scartando il superfluo.
La continua diffusione di notizie fasulle, leggende metropolitane e voci inventate di sana pianta, ci costringeranno a perdere del tempo per sincerarci della loro attendibilità.
Nessun filtro anti-spam ci potrà aiutare in questo, non è pensabile alcun automatismo per processi complessi come questo.
L’unico sistema per poter attivare un filtraggio sarà la componente ambientale, quindi scegliere alcuni comportamenti piuttosto che altri, a cominciare dalle persone frequente nei social network e dai siti.
Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.
Un esempio interessante, inerente il brodo primordiale nel quale si muovono gli internauti, è l’esplosione di siti che ospitano domande e risposte.
Come agli albori del web, questi portali simulano i tanto amati gruppi di discussione all'interno dei quali dei volontari utenti come noi, ti potevano aiutare a risolvere un dubbio o un problema.
L'internauta medio oggi si affida a questi siti e a Wikipedia, perdendo il gusto della ricerca e adagiandosi su informazioni senza pesarle.
Per quanto riguarda il filtraggio delle informazioni, studiosi come Howard Rheingold propongono i Feed RSS e gli aggregatori degli stessi, ad esempio Google Reader che permette di assemblare tutti gli RSS ai quali ci siamo “abbonati”.
Diventeremmo a tutti gli affetti dei redattori di un giornale costruito per noi, non la modifica di un quotidiano, ma l'assemblaggio di un patchwork nuovo di zecca.
Scegliendo e valutando siti attendibili, potremmo generare un flusso di informazioni mirato.
Il passo successivo sarà quello di filtrare le informazioni che richiederanno pronta attenzione e quelle che potranno essere valutate successivamente.
Abbiamo potuto osservare, che il compito di chi diffonde l’informazione, oggi non è più quello di sincerarsi della sua attendibilità, ma di diffonderla il più presto possibile e nel modo più roboante.
Questo può essere osservato in alcune testate giornalistiche, ma anche nei messaggi di stato di Facebook o di Twitter.
E terribile pensare che la distinzione tra la realtà e la finzione dovrà essere fatta da chi utilizzerà le informazioni, e non da chi le doveva diffondere.
Dovremmo cominciare a fare gli stessi passi che sono stati compiuti riguardo lo smaltimento dei rifiuti tossici e la raccolta differenziata.
Sensibilizzare chi non sa se inoltrare una catena di sant’Antonio, pubblicare link e articoli, potrebbe salvarci il futuro da una inevitabile Babele.
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Ascoltando:
Joy Division, Permanent, 1995
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Credo che la distinzione tra realtà e finzione sia un onere dell'utente già dai tempi dei primi radiogiornali.
RispondiEliminaInternet certo amplifica la quantità di emittenti, e sono certo aumenti anche il "rumore" tra il quale cercare il "segnale".