sabato 18 ottobre 2008

THINK (HORROR VACUI)

Ho sempre pensato che la rete globale fosse uno degli elementi più democratici al mondo, un capolavoro artistico senza corpo, costituito solo di componenti temporanei.
Lo stupore di fronte a questa ottava meraviglia del mondo è che in realtà non esiste.
Fisicamente è costituita da cablature, fibre ottiche, server, personal computer, ma ricondurla a una descrizione materiale ne ucciderebbe la intrinseca poesia.

All’inizio consideravo che internet non fosse un sistema democratico, questo perché era necessario avere delle conoscenze minime di utilizzo del personal computer, nozioni che non avevano tutti, le idee inoltre circolavano per comparti stagni, fatta esclusione per i newsgroup che sono sempre stati un potentissimo veicolo di idee.

Con l’avvento dei social networking, dei blog, di wikipedia sono riuscito a percepirne la completa democrazia.

Oggi tutti sanno utilizzare un personal computer e tutti sono in grado, con pochi click, di esprimere la propria opinione, di discutere e di essere smentiti.

La democrazia della rete è  dimostrata dal fatto che in paesi dove la sovranità popolare è calpestata, ci siano ampie restrizioni che la privano dell’essenza.

Un dubbio mi è sorto in questi giorni, è possibile che la diffusione di questo mezzo stia creando scompensi nelle nazioni, che questa democrazia incontrollata ci faccia perdere in senso del “giusto “ e dello “sbagliato”?

Ho ipotizzato persino che la crisi globale sia frutto della democrazia.

La mancanza di un poter centrale forte o di una “fattoria degli animali” Orwelliana,  partorisce teorie del grande complotto e antiteorie dell’antiteoria, controculture deviate che confluiscono nell’anticultura della cultura.

Follie, vaneggiamenti.

La democrazia, ha ucciso la mia libertà di pensiero.

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Ascoltando:
James Brown, Live at the Apollo, 1963
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