giovedì 18 novembre 2010

THE UNKNOWN SOLDIER

Ricordo che uno dei primi regali di Natale per mio fratello, fu una raccolta del meglio dei  Doors, due LP.
In copertina c'era un bianco e nero di Morrison, sfrontato, ammiccante, maledetto.
Dovetti confrontarmi anni dopo con la stessa immagine, al liceo le studentesse impazzivano per i suoi occhi magnetici.

Il film di Oliver Stone fu la mazzata finale, un misto di occultismo, droga e riti sciamanici.
Ingredienti per fare impazzire le mie coetanee, mentre io rimanevo con i miei brufoli a studiare chitarra in cameretta.

Le sequenze di Stone hanno segnato la mia generazione, contribuendo alla costruzione dell'immagine di un mito.

Con il passare del tempo altri colossi degli anni settanta si sono ingigantiti, mettendone in ombra altri.

Forse è per questo che Laura Joplin ha deciso di rivolgersi a uno specialista.
Jeffrey Jampol si occupa di conservare la memoria dei miti.

Il suo piano triennale per Janis prevede la creazione di una linea di gioielli, ristampa degli album, riproduzione della sua chitarra, libri e applicazioni per iPhone.

Manca solo una linea di siringhe.

Nella mia ingenuità, non ho mai minimamente pensato che la mitizzazione di alcuni gruppi musicali, fosse dovuta a dei piani triennali.

Continuare ad alimentare la fiamma di artisti deceduti, consente a chi li amministra di fare soldi facili, grazie a materiale concreto, che non riserba sorprese.

La costruzione dei miti è aiutata da pochi ma essenziali ingredienti come l'assenza fisica dei soggetti interessati, la possibilità di filtrare le cose dette o fatte e soprattutto dalla condizione di poter selezionare le immagini e i filmati. Gli artisti, fortunatamente, non sono costretti a vedere le loro spoglie contese come reliquie di piccole, ma voraci parrocchie.

In questo campo l'Italia, con il comportamento della sua classe dirigente, è all'avanguardia da anni.
______________________________
Ascoltando:
The Doors, Waiting for the sun, 1968

Nessun commento:

Posta un commento