sabato 13 novembre 2010

STRADE

In giro per la rete è possibile trovare una serie di filmati (personalmente ne ho visti finora due, ma credo possano essercene altri) titolati “Zeitgeist” e “Zeitgeist Addendum”.
Sono dei video senza scopo di lucro, prodotti in maniera economica, caratterizzati da un’estetica dal gusto tipicamente “lo fi”.
ll messaggio passa chiaro, anche se il filo del discorso a volte si perde, soprattutto nel primo.
Suddiviso in tre parti, Zeitgeist si conclude con l’esposizione del disegno di un visionario esponente del Progetto Venus, Jaque Fresco.
Questo hippie futurista, descrive un pianeta in cui nessuno ha bisogno di lavorare, in cui le macchine permettono alle persone di ottenere beni e alimenti senza fare sforzi.
Egli immagina un futuro in cui il lavoro è in pratica abolito, se non in frammenti e all’interno di logiche completamente avulse da quelle contemporanee.
Rendere disponibili i beni in gran numero a tutti, ne svaluterebbe il valore, ma permetterebbe il libero accesso degli stessi, da parte della popolazione.

Un po’ come sta avvenendo nei  multimedia come la musica e i film.

L’idea di una società senza lavoro mi piace.
Non perché non mi piaccia il mio lavoro, bensì perché credo che restare aggrappati a un’occupazione per sopravvivere sia una degenerazione  dell’uomo.
Il cibo potrebbe essere prodotto, in maniera sufficiente per tutti, a un costo pari a zero, così come i beni di un paniere contemporaneo ragionato.

Non di uno che contenga gli smart phone o i decoder digitali.

Il lavoro dovrebbe essere un’attività gratificante, la quale permette alle persone di poter acquistare dei beni superflui, non quelli necessari.
L’automazione oggi sostituisce i mietitori di grano, le mondine, a volte i vendemmiatori e altre professioni in via di sparizione.
E’ inspiegabile come il costo di queste produzioni sia rimasto pressoché invariato, nello stesso modo in cui questi e tanti altri prodotti, sono il frutto di una quasi totale assenza di manodopera.
Una possibile spiegazione è il fatto che è stata aggiunta tanta burocrazia, figure professionali che vengono coinvolte marginalmente.

Probabilmente il periodo di transizione tra quello industriale (fonderie, sudore e grasso) e l’eden (dove l’uomo potrà cogliere gratuitamente il cibo senza alcuno sforzo) sarà insopportabile.

Non so se il nuovo medioevo somiglierà a quello descritto da Cormac McCarty ne “La strada”.
Sono però fiducioso del fatto che tutto volgerà all’evoluzione.
Un nuovo umanesimo.
Sarà una nuova era senza religione, dove l’uomo finalmente crederà in se stesso assaporando ciò che ha e non quello che gli è stato promesso.
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Ascoltando:
Subsonica, Microchip Emozionale, 1999

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