mercoledì 17 dicembre 2008

HAVE A CIGAR

Sono passati quindici anni da quando, con i miei due fidi compari, mi infilai all'interno dell'ennesima festa di compleanno di sconosciuti.

In questo particolare caso, ci trovammo nel parco della casa di una ragazza, il cui volto mi rimase stampato in viso.
Non era particolarmente interessante, probabilmente non ci parlai mai assieme, ma il suo diciottesimo compleanno coincise con la mia prima sigaretta.

I miei amici, dei contemporanei gatto e la volpe, con la complicità però dell'uva, tentarono con successo la loro opera di persuasione.

Non ricordo bene la sensazione che mi lasciò in bocca, nella gola, nella mente.
Sono sicuro però che il giorno dopo ero già dal tabacchino ad acquistare un pacchetto di bionde.

Quindici anni di sigarette di tutti i tipi: light o senza filtro, biscottate o deteinate, corrette e scorrette, accompagnate da sbronze colossali o pranzi microbiotici, fumate dopo culmini d'amore e baratri d'odio.

Pochi giorni fa sono entrato in libreria ad acquistare uno dei due libri che mi stuzzicano da più da tempo, placando per un po' la mia sete.
Mentre "Dianetics" di Hubbard dovrà aspettare, "The easy way to stop smoking" di Allen Carr è stata una vera e propria rivelazione.

Le pagine scorrevano, io continuavo a fumare com'era consigliato nel testo.
Leggevo quando mi mettevo a letto, spesso dopo mezzanotte e a volte, soprattutto nel weekend, anche dopo le due.

Tutto d'un fiato o quasi, ironico, no?

A mano a mano che procedevo nella lettura, non riuscivo a capire in cosa consistesse il segreto di questo genio del marketing, qual'era la ricetta che lo aveva reso miliardario.

Vi ricordo che non avevo acquistato il libro per smettere di fumare, ma per curiosità.

Poi l'ultimo capitolo.

Prima di leggerlo sono andato in sala a fumarmi una paglia del cammello, relax, nannabobòtantenannealberto.

Il giorno dopo la mattinata è trascorsa senza il desiderio, anche se non posso dire che i successivi dieci giorni siano stati tutti semplici.

Non avevo mai considerato la sigaretta come un elemento così inscindibile da me, ma più passano le giornate e più penso che questa astinenza abbia una radice quasi sentimentale.

Passano i giorni, i fine settimana, i momenti con gli amici e ti accorgi che stai facendo tutto senza chi o cosa ti ha accompagnato in tutti quei frammenti di vita.

Sai solo che, se passerai incolume quel preciso istante, quando ti si ripresenterà non te ne accorgerai più.

Non so precisamente perché abbia intrapreso questo percorso solo ora, forse ne sentivo il bisogno, forse smettere di fumare può far parte delle mie ultime riflessioni, sulle forti sensazioni di assenza e quelle impercettibili di presenza.

Ora mi sento libero e ricettivo, con la mente aperta e svincolato dalla moltitudine di futili dubbi che costellavano le mie giornate.

E' decisamente bello, a volte, essere così curiosi.

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Ascoltando:
Pink Floyd, Wish you were here, 1975
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