domenica 23 dicembre 2007

PLANET EARTH

Folli divagazioni natalizie.


Le discussioni che si tengono durante concerti poco interessanti, risultano sempre degne d'attenzione.
Qualche estate fa, nel corso dell'esibizione di un artista di cui non ricordo il nome, complici la birra e la follia, si è giunti a divagazioni sui massimi sistemi.

Ammettiamolo, ho un tempo per metabolizzare, lento.
I miei pensieri invecchiano barricati, per poi giungere in bottiglia.
Certe volte però, la Sardegna non è così magnanima e mi regala del sughero malaticcio.
Un vino ammuffito.
Chissà cosa è successo questa volta...

Vedo in televisione Al Gore, i martiri di Greenpeace, grillini, verdi e di tutti i colori.
Tutti impegnati nella preservazione del globo.

Non penso che sia il caso di salvare il pianeta.
Il nostro pianeta è forte.

Premetto il mio ateismo nei confronti di tutte le correnti "gaistiche" alla James Lovelock.

Credo invece che, grazie a fortuite coincidenze, questa folle sfera sia immutabile.

Le forze che la dominano sono incontrastabili, non esiste possibilita' di ribellione nei confronti del sistema solare.
E' un bullo con il quale non puoi discutere.

Mi piace pensare che tutto quello che facciamo da qualche anno, complici i soggetti succitati, sia per salvare noi stessi.
Il genere umano.

Secondo me lo slogan sarebbe anche più efficace, oltre che coerente.

Il pianeta terra continuerà a vivere nonostante qualsiasi nostra violenza, senza curarsi di ogni ago che pianteremo sulla sua cute.
Sopravviverà ad ogni obelisco di fallica memoria, il quale intaccherà la sua crosta.
Scamperà ad ogni strumento di morte che scalfirà il suo volto, portando radiazioni e corpi deformi.
Sfuggirà la sua cementificazione, l'asfalto che non ride, gli stabilimenti chimici sulle lagune.

Il nostro pensiero è piccolo e non riesce a contemplare ere e millenni.

Il pianeta terra è in grado di riportare l'equilibrio su di esso, curandosi attraverso piccoli movimenti e assestamenti.
Noi siamo in grado di farlo?



P.S. Grazie Antonella per lo spunto di quella serata.

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Ascoltando:
Devo, Q: Are We Not Men? A: We Are Devo!, 1978
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