martedì 29 maggio 2007

HO SCELTO DI NON DIRTI NULLA

Vorrei averti detto che la prima volta che ti ho vista avrei voluto baciarti.
Vorrei averti detto che il tuo sorriso è stato ogni volta un barlume di umanità in questo barbaro mondo.
Vorrei averti detto che per me non sei mai stata "qualcuna", ma per qualche istante sei stata tutto.
Vorrei averti detto che fare l'amore con te non era un semplice ripiego ai miei vuoti, ma era perché le parole non mi bastavano per dirti quanto ti voglio bene.
Vorrei averti detto tutto di me, ma le parole pensavo uscissero dai miei gesti.

Sinceramente non so se sia meglio dire le cose, o sperare che le persone capiscano tutto dalle sottigliezze dei nostri comportamenti.

Anni fa ho deciso di tacere, una persona me lo ha insegnato.
Mi sono trasformato da loquace sognatore, affamato di parole, in un malinconico taciturno.

Con S. ci dicevamo tutto, un amore morboso.
Condividere ogni cosa.
Piangere e ridere.

Poi è arrivato il gelo, una Pasqua da dimenticare.
E' drammatico pensare che la festa della resurrezione, per me diventi ogni anno occasione per pensare alla mancanza di un amico.

Mancanza é eufemismo.

Poi G., con i suoi silenzi glaciali ha frenato il mio impeto emotivo.
Tre anni non vissuti, un'impotenza che mi da rabbia.

Ho scelto di non dirti nulla, perché pensavo che ogni mio cambio d'umore e decisione sarebbe stato uno schiaffo più forte del mio vigliacco silenzio.
Forse dirlo a tutti e al di fuori che a te, dato che probabilmente non leggerai mai queste righe, mi fa sentire meglio.

Battendo i tasti espio le mie colpe.
La rete é il mio cilicio, consente di abbattersi come un'onda.

Come ho sempre fatto, mi infrango noncurante della distruzione.

Volevo dirti che t'ho amata, ma mi conosco e sapevo che avrebbe fatto più male che bene.
A noi.

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