Immagini e idee lasciate decantare, scritte di getto durante notti insonni.
Spunti di ascolto e riflessione.
Un calderone mediatico che utilizza il mio punto di vista.
Una medicina: condividere è guarire.
lunedì 15 marzo 2010
CHILD IN TIME
La "Festa della donna" da poco trascorsa, mi ha lasciato l'immagine di una marea di donne festanti senza freni inibitori.
Donne che si divertono all'interno di un locale, dove l'uomo era relegato a servirle e farle divertire.
Una boccata d'aria, per le molte che spesso non possono uscire, a causa di svariati problemi: i lavori da svolgere in casa, i pargoli urlanti o un ragazzo troppo geloso.
Ogni anno si tende a dire che si dovrebbe fare di più per loro.
Testate giornalistiche, ogni inizio marzo di tutti gli anni, elencano le quote rosa all'interno dei vari governi europei.
Un servizio che termina con la figura della forte donna manager.
Una recente indagine ha dimostrato tre quarti degli uomini dirigenti d'azienda pensano che la donna meriti di più.
La stessa percentuale pensa che la maternità sia un problema.
La maternità costa ogni anno meno dello 0,25% dei costi di gestione del personale, il che in se non è un granché.
A questo irrisorio costo si aggiungono le formazioni da fare per le sostitute, gli affiancamenti e il reinserimento della neomamma, sommati fanno poco più di ventitremila euro.
Praticamente le spese di cancelleria per una medio-grande impresa.
"So' tre etti sinniora, che faccio sinniora, lassio???"
Nonostante questo, dopo il primo figlio, il 25% delle donne del Sud si ritrovano disoccupate, mentre al nord "solo" un 19%.
A queste paure si sommano i timori di quanto costi mantenere un figlio, anche in termini di tempo.
Da piccolo ho passato veramente poco tempo con i miei genitori, nonostante questo sono riusciti a trasmettermi tanto.
Penso che sia difficile trasferire qualcosa con poco tempo.
Oggi ci pensano la scuola e i media.
E' in questo che c'è da avere paura.
Un figlio è diventato un vero e proprio bene di lusso.
La conseguenza è una ritardo nella decisione di procreare, ciò si traduce in parti cesarei sempre più difficili e genitori sempre più stanchi.
Una società che non è sostenibile sotto il punto di vista della procreazione, è una società destinata a morire.
Altro che allungamento dell'aspettativa di vita.
Non sono la sterilità, l'impotenza, l'individualismo, le coppie che non funzionano a uccidere la nostra popolazione.
E' l'aver reso il principio base della nostra esistenza un lusso.
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Ascoltando
Deep Purple, Made in Japan, 1972
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